LA VIOLENZA INVISIBILE SULLE DONNE

Siamo entusiaste di annunciare che grazie al finanziamento dell’8X1000 della Chiesa Valdese, quest’anno avvieremo il progetto “La violenza invisibile sulle donne” attraverso il quale intendiamo potenziare i luoghi di accoglienza dedicati a giovani donne (18-30 anni), al fine di ridurre le emergenze e l’aggravarsi di situazioni di violenza per il target.

Vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine per il loro prezioso contributo che ci permette di fare la differenza nelle vite di tante donne.

Il nostro obiettivo è costruire spazi sicuri, dove le giovani donne possano sentirsi ascoltate e comprese, libere di esprimere le proprie paure e preoccupazioni. Un linguaggio accessibile e dedicato sarà il punto di partenza per aiutarle a riconoscere e affrontare situazioni di violenza che, troppo spesso, rimangono nascoste e inascoltate.

Inoltre, grazie al supporto della Chiesa Valdese, potremo potenziare il nostro servizio di accompagnamento e supporto alle donne vittime di violenza. Ogni donna che si rivolgerà a noi troverà un ambiente empatico, in cui potrà contare su una rete di aiuto concreta e competente.

Siamo consapevoli che la lotta contro la violenza sulle donne è una sfida complessa, ma con il vostro sostegno, siamo pronte ad affrontarla con forza e determinazione. Grazie di cuore per credere in noi e nell’importanza di questo progetto!

I FEMMINICIDI NON SONO UN’EMERGENZA

Smettiamo di considerare i femminicidi “un’emergenza”, i numeri sono pressoché uguali da dieci anni! 

I femminicidi vanno invece considerati come un fenomeno strutturale, da contrastare con politiche sociali ed economiche corrette, investendo concretamente sulla prevenzione più che sulla “punizione” che purtroppo risulta spesso inefficace e tardiva.

Dal nostro osservatorio, in prima linea e a stretto contatto quotidiano con centinaia di donne che ci raccontano le loro vite attraversate dalla violenza maschile, possiamo dire con certezza che non si sta facendo abbastanza. Le donne continuano a venire uccise da uomini che non sono stati fermati, ma anzi riabilitati come cittadini e come padri, anche continuando a manifestare condotte violente o sottraendosi agli obblighi di legge, come per esempio il pagamento del mantenimento per i figli e figlie.

Pensiamo che sia fondamentale un intervento integrato e multilivello attraverso politiche pubbliche davvero efficaci per prevenire ciò che adesso non possiamo far altro che contenere. È inutile continuare a stupirsi che le donne muoiano, quando da anni come Centri antiviolenza chiediamo che ci sia una risposta più veloce per quanto riguarda i procedimenti sia in sede penale sia civile, e la formazione di quanti operano nella giustizia e nei servizi preposti alla tutela e protezione delle donne. 

Serve un cambio di passo, serve che a partire dalle Istituzioni si cominci a pensare che un grande investimento sia fatto nella prevenzione e formazione, uscendo dalla convinzione che aumentare le pene o lavorare con il maltrattante sia l’unica soluzione. 

È anche per questo che riteniamo giusto rendere noto e sottolineare come nel riparto dei fondi della Legge 119 da parte della Regione del Veneto ci sia un evidente squilibrio tra Centri antiviolenza e Centri per autori di violenza: è certamente importante agire anche su chi ha la responsabilità del maltrattamento, ma crediamo che tale ripartizione penalizzi i Centri antiviolenza e non tenga conto della mole e dell’importanza del lavoro svolto dai nostri Centri. 

Un lavoro che, lo ricordiamo, può fare la differenza tra una nuova vita e un posto vuoto. 

Non riteniamo quindi equo che i Centri per autori di violenza ricevano 30mila euro a fronte dei 29mila destinati ai Centri antiviolenza. Dagli stessi dati dei report regionali emerge un evidente squilibrio nei numeri delle prese in carico: 248 uomini nei Centri per autori di violenza contro le più di 3mila donne accolte dai Centri antiviolenza. 

Anche il finanziamento previsto per le attività di sensibilizzazione nelle scuole non è proporzionato all’impegno e alla preparazione necessari alla realizzazione dei percorsi. È certamente positivo che ci sia il coinvolgimento e il riconoscimento dei Centri antiviolenza per le competenze ed esperienze di cui sono portatori, però le risorse economiche destinate non sono proporzionate all’impegno e alla preparazione necessari alla realizzazione di progetti di prevenzione e informazione rivolte ai/alle giovani.

C’è bisogno di una vera presa di coscienza e di un impegno sinergico di tutti i soggetti coinvolti, nonché di un’assegnazione più precisa e consapevole dei fondi pubblici, per favorire davvero il contrasto della violenza di genere.

Il Coordinamento Iris è formato da 7 associazioni di donne che promuovono e gestiscono 13 Centri antiviolenza su 26 presenti nella Regione Veneto, e 7 Case rifugio. Ne fanno parte:

BellunoDonna – Belluno

Cooperativa Iside – Mestre

Centro Veneto Progetti Donna – Padova

Telefono Rosa – Treviso

Telefono Rosa – Verona

Donna Chiama Donna – Vicenza

Spazio Donna – Bassano

“IL VENETO DELLE DONNE”: PERCORSO GRATUITO DI ALFABETIZZAZIONE DIGITALE ONLINE

Sono aperte le iscrizioni per il percorso formativo online gratuito di 26 ore rivolto a donne disoccupate o inattive in possesso di DID rilasciata dal Centro per l’Impiego per acquisire competenze digitali di base (si concentrerà su un utilizzo più efficace dello smartphone), senza limiti di età, domiciliate o residenti in Veneto.Per partecipare scarica la locandina esplicativa e la scheda di adesione da inviare via mail ddd@performare.net o via fax al n. 0444277939 entro il 18 gennaio 2021 alle ore 13.00. 

Le selezioni poi avranno luogo il giorno 3 febbraio 2021 dalle ore 9.00 su piattaforma online (l’ente fornirà alla candidata tutte le indicazioni precise!).